Calopsitta
Nimphicus Hollandicus
Descrizione Caratteristiche Allevamento Riproduzione |
![]() Maschio grigio ancestrale |
La calopsitta sicuramente è da considerare tra i piccoli psittacidi quello più diffuso,
dopo gli ondulati (Cocorite), anche tra i non allevatori, e sicuramente il più rustico.
Non ha grandi pretese alimentari e ambientali ne richiede particolari cure .
Si adatta molto bene ai climi italiani che può essere tranquillamente allevato
all'aperto su quasi tutto il territorio nazionale.
Originario delle zone ai bordi dei deserti dell'Australia,dove può ancora
trovare facilmente acqua, nidifica normalmente in alberi cavi, nel periodo umido
dell'anno corrispondente alla nostra primavera,deponendo in media da 3 fino a 8
uova, tipicamente 5. che schiudono dopo 21 giorni di incubazione.
Provvedono alla cova entrambi i genitori alternandosi nel compito.
Vive in gruppi spesso numerosi e a differenza degli altri pappagalli che sono
prevalentemente degli arrampicatori, è un buon volatore.
Si nutre prevalentemente di semi e frutta non disdegnando erbe ed insalata tenera.
Si affeziona facilmente all'uomo, e se preso molto giovane, impara a scandire le
parole con una voce molto chiara connettendo a mio avviso il significato delle
parole.
Vive mediamente quindici forse anche 20 anni .
Come già detto non riveste
particolari problemi, riproducono facilmente sia in autunno in ambiente
domestico, sia in primavera all'aperto.
Allevano per conto loro e possono essere posti in voliera con altri uccelli
anche molto più piccoli, quali esotici e canarini, essendo molto tranquilli e
socievoli.
Amano molto fare il bagno, sprecano tanto mangime, bevono poco, non è pertanto
facile curarli in caso di malattia.
Sono peraltro molto robusti e non si ammalano facilmente, in 10 anni di
allevamento, ho solo notato, un caso di verminosi intestinale dovuta a nematodi
ascrivibili alla Capillaria, facilmente diagnosticabile con esame al microscopio
delle feci, curata con composto commerciale a base di >Tetramisole<
normalmente utilizzato per i colombi ed un caso di invasione della cera del
becco e delle membrane perioculari di acari simili all'acaro della scabbia che
colpisce l'uomo.
In questo caso la cura si è basata su un composto farmaceutico oleoso per uso
umano : il >Mitigal< con il quale spennellavo 2 volte al giorno le zone
colpite, coadiuvato con alcuni bagni forzati con il >Bagno-Candioli< che
risulta ottimo per prevenire e curare infestazioni parassitarie di tutti gli
uccelli in genere.
Per prevenire l'insorgenza di verminosi intestinali, da tempo, per consiglio di
un allevatore del sud America, dedito all'allevamento di amazzoni in particolare
ed vari conuri, sono solito con frequenza quindicinale somministrare come cibo
del riso leggermente lessato con cipolla ed aglio.
Può andare bene anche il mais trattato allo stesso modo, ma il riso è a mio
avviso più gradito agli psittacidi di origine australiana ed afro-asiatica.
In prevalenza si nutrono di semi oleosi prediligendo il girasole, non disdegnano
comunque qualche spaghetto debolmente cotto, qualche boccone di pane in
particolare durante il periodo del imbeccamento, inumidito con acqua o latte.
Si raccomanda anche di somministrare della frutta, risultano ottime mele pere e
quanto altro, bacche di sottobosco, ed insalata che se commerciale deve essere
molto ben lavata e scolata.Noi a fine estate quando è matura,siamo soliti dare loro
la piracanta.
Personalmente riproduco in ambiente domestico, non
molto freddo, per poter anticipare le cove in modo di avere i soggetti finiti
per il periodo delle mostre ornitologiche, che come tutti sanno è da fine
settembre a dicembre.
A prescindere dal fatto che la gabbia da utilizzare più grande è, meglio
stanno i soggetti.
Utilizzo per i calopsitta le volierette da cm. 120x40x40 nelle quali inserisco
le coppie verso la fine di settembre inizio ottobre, dopo circa 15 giorni
applico alla medesima il nido a cassetta delle dimensioni L, P, H, circa 30 x 20
x 20 con foro di ingresso di circa 6 cm. con il fondo ricoperto di uno strato di
cm.2 di segatura, preventivamente trattata (almeno 15 giorni prima) con
insetticida e quindi con Steramina per evitare il pericolo di acari e di germi
patogeni.
Scelgo per la riproduzione soggetti che abbiano almeno 18 mesi di vita; i
calopsitta riproducono anche già a 10 - 12 mesi, ma esperienze passate mi hanno
fatto desistere da questa pratica: spesso utilizzando soggetti troppo giovani la
femmina ha qualche problema a deporre le uova, inoltre soggetti ancora non
maturi spesso abbandonano le uova, o non imbeccano i piccoli appena nati. Dopo 1
o 2 settimane le femmine cominciano a deporre le uova. La deposizione è a
giorni alterni e sono normalmente 5.
La femmina comincia a covare solitamente dopo il secondo uovo, il maschio si
alterna alla cova con la femmina durante il giorno mentre l'incombenza è
totalmente a carico della seconda durante la notte.
La cova come già ribadito dura dai 20 ai 21 giorni dopo i quali nascono i
pullus totalmente implumi.
Siamo soliti quando i nati hanno circa 10 - 15 giorni, in particolare se la
nidiata è completa, ovvero sono schiuse tutte e cinque le uova aiutare i
genitori nell'imbeccamento dei piccoli.
Per fare ciò utilizziamo una normale siringa da 5 o 10 cc. preventivamente
allargata con un saldatore a punta dove normalmente viene montato l'ago, per
permettere una più graduale uscita del miscuglio usato per l'alimentazione.
Questo è composto inizialmente da preparati commerciali quali il > Nutribird
g19 < della > Versele-Laga < o in alternativa con il corrispondente
della > Chemi-vit <, sono entrambi ottimi, ma il migliore è
sicuramente il Kaytee ma di costo elevato e di difficile reperibilità ; poi passiamo a preparati fatti
in casa con pastoncino commerciale tipo >Bianco fiore < aggiungendo miele
d'api, un pò di destrosio e qualche goccia di >Tutto-vitamine< (Formenti)
oppure l'ottimo >Pappa-miel< che già contiene il miele, o in alternativa
il >Morbido-Super< tutti di produzione > Chemi-vit <,questi
vanno somministrati ad una temperatura prossima ai 35-40° C. per evitare
l'ipotermia (abbassamento della temperatura corporea), e resi sufficientemente
liquidi per permetterne la fuori uscita dalla siringa ed eventualmente
setacciati prima del mescolamento con un colino, ottimo quello per camomilla, a
rete fine.
In alternativa si può frullare il tutto.
Per inumidire il miscuglio utilizziamo solitamente del succo di mela o di altri
frutti, quali i cachi, pere .